Erotismo dell’assurdo. Fotografia e poesia nell’opera di Giuseppe Palmisano
30/08/2015 blog

Giuseppe “iosonopipo” Palmisano lo abbiamo conosciuto al Disorder, questa estate. Il suo libro di foto, Oltrepensare, ci è piaciuto molto.

Qui vi proponiamo una breve intervista.

Solo la mano che cancella può dire il vero. È una citazione da Meister Eckart.

La cancellazione dei volti dalle tue foto, lo svestimento dei corpi, è un modo per raggiungere il vero, la natura ultima dell’uomo? 

Sì, è sicuramente un modo per arrivare alla base. Al principio, fino a ciò che tutti abbiamo senza aver chiesto e di lì partire. Nascondere per non raccontare la nostra essenza, non raccontare quello che vogliamo o stiamo vivendo ma quello che nascondiamo.

Che differenza passa tra corpi nudi e corpi svestiti e perché preferisci parlare di corpi svestiti per i tuoi scatti?

Il nudo è un concetto ampio, con moltissime accezioni. A me interessava quella più pragmatica e vera del non avere vestiti, dell’essere un corpo al servizio di qualcosa, o un corpo che si fa scudo dell’essere simile a tutti gli altri ma che non potrà mai esserlo. E poi un giorno ho pensato che qualsiasi azione era sempre più interessante fatta da una donna nuda, anche se la posa e il soggetto fosse stato il meno erotico possibile.

Qualcuno guardando le tue foto ha parlato di un erotismo dell’assurdo. Quanto ti riconosci in questa definizione?

È una definizione curiosa in cui ho deciso di entrare ed esplorare. È più una strada da seguire poiché nuova. Di sicuro con il tempo ho imparato a vederci dell’erotismo, nelle mie foto. C’è molto di voyeuristico, ed anche molta intimità che può rimandare all’eros, quindi – l’attenzione all’erotismo – al momento è una piccola sfumatura che magari diventerà grande.

La smarrimento dei rapporti convenzionali fra corpi e cose (corpi stesi fra la rete e il materasso, corpi piegati sotto mensole da giardino a mò di piedistallo, lampade in testa…) è la denuncia di un disagio o una ricerca stilistica fine a sé stessa?

Parte come ricerca stilistica, come gioco che è il mio primo motore e poi diventa denuncia di abbandono. Diventa scoperta dei miei disagi prima di tutto, del periodo che ho passato un po’ a nascondermi dal mondo, sicuramente.

 

Il connubio fra immagini e parole è un elemento importante nel tuo libro. Come nascono le tue poesie? Le consideri un connubio inscindibile con l’immagine o vivono di una propria ispirazione indipendente dalle foto?

Nascono per alleggerire le foto e diventano, poi, senza molte pretese, un bel modo di scrivere: il “mio modo” da sperimentare e lasciare così, libero. Sono parole che vivono di vita propria e che – al tempo stesso – possono essere accostate, con un gioco di composizione, alle immagini.

Le tue foto sono piaciute molto all’estero e stanno facendo il giro dei blog di tutto il mondo. Quali sono i tuoi progetti futuri?

Voglio riprendere a scattare. Sono fermo da molto e mi incuriosisce vedere come usciranno tutte le immagini che ho immagazzinato. Sicuramente farò delle mostre personali, e da poco mi hanno chiesto una pubblicazione in America. Ci sono tante cose in pentola, devo solo buttarmici dentro e scattare la foto.

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Oltrepensare, di Giuseppe “iosonopipo” Palmisano – Habanero Erga Edizioni, 2014

Qui segnaliamo il sito – e le fotografie – di Giuseppe Palmisano:  iosonopipo

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